28 aprile 2011

CASSONETTO DIFFERENZIATO PER IL FRUTTO DEL PECCATO

Il bello di fare la raccolta differenziata nei piccoli centri abitati è che poi gli addetti vanno a controllare se l'hai fatta bene o no ed incidentalmente possono avere accesso ai tuoi dati sensibili. Sai che goduria: gli addetti al controllo possono vedere se getti il profilattico dopo averlo usato oppure lo lavi per utilizzarlo ancora (come faceva un mio caro amico, storia vera tra l'altro), se getti documenti bancari recanti indicazioni riguardanti la tua situazione economica, se compri giornali dal contenuto equivoco come Morbosità Animali oppure Il Giornale, se da piccolo hai imparato a sbucciare le mele senza mai interrompere l'operazione fino ad ottenere un'unica striscia di buccia oppure le tagli alla cazzo come fa il sottoscritto (sperando sempre di non tagliarti una porzione di dito oltre alla mela) ed altre varie ed eventuali ipotesi di cose che potresti trovare nel cestino dei rifiuti di una persona e che potrebbero farti conoscere tante cose importanti che la riguardano.

Tutto questo per dire che dietro la raccolta differenziata nei piccoli centri abitati ci sta tutto un discorso di violazione della legge sulla privacy (Dlgs. 163/2003) ma nessuno se ne preoccupa perché è meglio difendere l'ambiente, ed è giusto così. E poi – diciamola tutta – l'idea di un pensionato che lavora su base volontaria per il Comune presso il quale risiedi e mentre tu stai pensando a tutt'altro va a ravanare nei sacchi della tua spazzatura (senza magari capirci nulla) fa troppo ridere. Tanto vale comprare un tritadocumenti in offerta al Lidl (costa 19,90 € e a quanto pare funziona molto bene, devo assolutamente provarlo) per distruggere le cose che riguardano la propria situazione economico-finanziaria e poi lasciare che la natura faccia il suo corso, o lasciare le cose come stanno e che non se ne parli più.

A proposito di raccolta differenziata e natura che fa il suo corso, mi sono drammaticamente reso conto che ultimamente nell'ampia gamma di emittenti private che (ovviamente grazie a quel grande prodigio della scienza e della tecnica chiamato “digitale terrestre”) offrono intrattenimento notturno per soli uomini (leggasi “pornazzi con tipe che fingono di parlare al telefono”, anche se non bisognerebbe dirlo per rispetto di tutto quell'indotto che col porno ci sopravvvive sul serio) imperversa una tale chiamata Amandha Fox. Quando ho letto il nome la prima volta non credevo ai miei occhi: è geniale perché richiama contemporaneamente Samantha Fox ed Amanda Knox, ed associato ad una che quando parla non capisci se sia di Bergamo o di Brasov fa veramente troppo ridere (che poi tra Brasov e Bergamo tanta differenza non c'è visto che nelle rispettive discoteche più rinomate si balla la medesima sbobba eurodance-revival stile Dragostea, ma non diciamolo a Negro Borghezio altrimenti si incazza), ma di quel ridere amaro che un attimo dopo che hai cominciato ti fermi a pensare salvo poi ricominciare fregandotene. Semplicemente sublime (il nome, non lei – anche perché io quei programmi lì non li seguo sul serio come li seguono quelli che si sputtanano lo stipendio cercando di telefonare, mi limito solo ad imbattermici per caso mentre cerco programmi musicali da guardare quando non riesco a dormire e poi mi fermo per pochi minuti senza intenti libidinosi. Se Mtv ricominciasse a far vedere Chill Out Zone non sarei di certo ridotto a guardare i pornazzi con le tipe che fingono di parlare al telefono solo per sentire le musiche di sottofondo ed appuntarmi sul taccuino i loro nomi strambi, ma è questo che passa il convento ed io non posso farci nulla), leggerlo è una di quelle esperienza che ti cambiano la vita e ti fanno andare al lavoro il giorno dopo con il sorriso sulle labbra. Davvero.

Il tutto per arrivare a concludere dicendo che una volta un mio amico mentre eravamo in vacanza al mare ha consumato una intera scheda del cellulare cercando invano di prendere la linea per parlare con la protagonista di uno di quegli show notturni mentre ora si è talmente riscattato che è diventato un campione della raccolta differenziata e quando si tratta di suddividere i rifiuti non sbaglia mai un colpo. Doveva per forza esserci un nesso tra le due cose, ed io l'ho trovato.


27 aprile 2011

Un disco di qualità: Ex-Otago – Mezze Stagioni

Per capire bene la portata emotiva e socio-culturale di un disco del genere devi avere come minimo ventotto anni, ma volendo anche se ne hai qualcuno in meno puoi arrivarci – devi solo sforzarti un po' di più ed il gioco è fatto. Scherzi a parte, “Mezze Stagioni” degli Ex-Otago è un disco importante con il quale in molti un giorno o l'altro dovrebbero trovarsi a fare i conti (se solo il mondo fosse un posto migliore, ma che te lo dico a fare).

Importante perché autoprodotto grazie ad una interessante operazione di finanziamento su base volontaria (del tipo, azionariato popolare: ci offri un contributo e noi ti regaliamo una copia esclusiva del disco, una citazione nei crediti dello stesso, una maglietta che ti ricorda che anche tu sei il produttore e parecchie altre cose belle – mica male come idea), importante perché è il più maturo dal punto di vista musicale per il combo genovese (che ormai suona come l'anello di congiunzione tra i Phoenix e i Kings Of Convenience e quando lo ascolti ti lascia eternamente sospeso nel limbo dell'adolescenza) ed è una autentica bomba pop che ti entra nel cervello e ti ritrovi a canticchiarla quando meno te lo aspetti (quando meno te lo aspetti come una bomba, tanto per citare altri eterni adolescenti sospesi nel limbo della mia adolescenza come gli Otierre), importante perché con un po' di fortuna potrebbe incontrare anche i favori del grande pubblico e dare un po' più di notorietà agli Ex-Otago, ma soprattutto importante perché ha testi che se hai più di ventotto anni ti scavano dentro e ti devastano - facendoti piangere oppure ridere a seconda dei casi e delle circostanze della vita – proprio perché parlano di te o comunque di persone che stanno vicino a te (in questo caso se hai meno di ventotto anni ma ti stai sforzando come dicevo all'inizio del pezzo).

E così gli Ex-Otago di “Mezze stagioni” parlano di noi (plurale impersonale, ma anche no), noi che inseguiamo ad ogni costo il nostro edonismo e mettiamo davanti a tutto gli aspetti materiali della nostra vita (“Figli degli hamburger”), noi che abbiamo paura di invecchiare ed allora proviamo a tutti i costi a fare i giovani anche a costo di rasentare il ridicolo (“Una vita col riporto”), noi che di punto in bianco abbandoniamo tutto perché la misura è colma e ce ne andiamo altrove (“Costarica”), noi che pur di guadagnarci da vivere ci accontentiamo di fare cose che non ci piacciono o che non sappiamo fare (“Gli Ex-Otago e la Jaguar gialla”), noi che ci ricordiamo bene della prima apparizione degli 883 (praticamente gli Happy Mondays italiani) al Karaoke presentato da un Fiorello in botta come non mai ma proviamo un tantino di vergogna a parlarne in pubblico, noi che ci ricordiamo bene anche che Corrado Guzzanti (nelle vesti del metallaro romano Lorenzo) è stata l'ultima persona in assoluto ad abbracciare Kurt Cobain durante l'ultima apparizione tv della sua tormentata vita, noi che ci siamo stancati di essere felici per forza ma comunque vada prendiamo la vita con distaccata ironia (più o meno tutto il resto del disco).

Solo l'intera discografia della Paolino Paperino Band e - in misura minore - “La fabbrica di plastica” di Gianluca Grignani e “Così Com'è” degli Articolo 31 hanno avuto testi in cui mi sono riconosciuto così tanto. Solo che è oggi, non il 1996.

(Indie For Bunnies)

25 aprile 2011

A HINT OF SUSPENSE WHEN THAT TELEPHONE RINGS / THIS IS FOREVER



C'è un canale sul digitale terrestre chiamato Ask Me dove tu puoi mandare un sms al numero in sovraimpressione per richiedere news riguardanti un qualsiasi argomento ed entro pochi minuti ricevi risposta da un'annunciatrice virtuale, che con tono metallico standard legge le notizie e ti chiarisce ogni dubbio in materia. La particolarità è che questa annunciatrice appare sullo schermo nelle vesti di un'animazione che muove le labbra fuori sincrono rispetto alle parole che pronuncia e soprattutto legge con lo stesso tono di routine notizie riguardanti disastri nucleari oppure film comici in uscita nei cinema (che nel caso del prequel di Amici miei è poi la stessa cosa, ma tant'è).

Ecco, il Silvio Berlusconi visto sul palco durante una manifestazione elettorale di Letizia Moratti mi ha ricordato in maniera drammatica quella annunciatrice virtuale. Ormai dice sempre le stesse cose da vent'anni e lo fa mantenendo sempre la stessa espressione (anzi, non-espressione) del viso, secondo me prima di cominciare i comizi si manda gli sms da solo per chiedersi quale argomento trattare e quando sale sul palco si risponde, coinvolgendo accidentalmente i fortunati che si trovano ad ascoltarlo in un crescendo di colpi di scena e gag da non sottovalutare. Mi chiedo solo quanto creda a ciò che dice e quanto non ci creda, ma il punto è che a quel comizio (è passato un po' di tempo ma tanto potrebbe anche essere domani, tra un mese o un paio di anni – visto che è sempre in campagna elettorale e dunque quando parla lui è sempre un comizio) ha forse toccato vette che noi umani non avevamo mai pensato di poter toccare: per lunghi tratti mentre parlava è rimasto in posizione-Napoleone (con la mano dentro la giacca e tutto quanto), ha cantato, ballato e raccontato barzellette da seconda media, forte dei suoi capelli tinta mogano e del suo viso dello stesso colore. Da ridere tantissimo.

Quando alla fine di tutto è partito l'inno Meno male che Silvio c'è ho avuto la certezza che in realtà lui è davvero virtuale come l'annunciatrice di Ask Me ed in realtà se la sta spassando alle Cayman (o magari è morto nel 2006 dopo la sconfitta elettorale con Romano Prodi) alla faccia di noi gonzi, magari mandandosi di tanto sms per galvanizzarsi ed avere ancora qualcosa da dire ai suoi sostenitori che lo ascoltano mentre parla e credono ancora che voglia tagliare le tasse, accorciare i tempi dei processi, aumentare le pensioni, aumentare le buste paga, abolire il bollo auto, dare una casa di proprietà a tutti, sconfiggere il comunismo, sconfiggere il cancro, farti vivere fino a centoventi anni, comprare Cristiano Ronaldo, garantire la ripresa economica, impedire che la vita di un cittadino sia spiata come accadeva in Germania Est, favorire la libera impresa, abbattere i tempi della burocrazia, migliorare la produttività della Pubblica Amministrazione, riformare la Costituzione, ricostruire L'Aquila, sconfiggere Gheddafi, considerare Gheddafi un esempio di persona illuminata e democratica, eliminare i rifiuti a Napoli, sconfiggere la mafia, costruire le centrali nucleari e via delirando (l'elenco poteva essere infinito ma mi sono fermato perché mi girava la testa). Io mi sentirei terribilmente in imbarazzo a sentire dopo ogni comizio un inno dedicato alla mia persona, lui si pavoneggia e lo canta pure in coro assieme ad altra gente sul palco.

Adesso comincio a capire perché girano parecchi sondaggi che dicono che se la Moratti a Milano non vince al primo turno (cosa molto probabile, a meno che al posto di Lassini non candidi la salma di Mike Bongiorno) finisce poi per perdere il ballottaggio con Pisapia. Ora mando un sms ad Ask Me un sms per accertarmi se questi sondaggi sono veri o se sono opera della Stasi che controlla le telefonate dei cittadini italiani, e già che ci sono chiedo che fine ha fatto l'europarlamentare leghista Negro Borghezio. È un po' che non lo si vede in giro, comincio ad essere molto preoccupato.

22 aprile 2011

Musica è / l'amico che ti parla / quando ti senti solo


Che cosa vuol dire musica di qualità?

(a questo punto parte istantaneamente Musica è di Eros Ramazzotti, dieci minuti di puro delirio psichedelico per un Eros mai più così coraggioso)

Quale metro di giudizio devo usare per capire se la musica è di qualità oppure no? Dico, quando un artista propone musica di qualità e quando invece propone roba non di qualità? Come posso giudicare se la musica è di qualità oppure no? Mi devo basare sulla qualità della produzione? Sulla freschezza della scrittura? Per essere di qualità la musica deve proporre per forza soluzioni sonore inedite oppure se una cosa è fatta bene lo è a prescindere dalla novità della proposta? Ed testi, devo considerare anche quelli o non importa? E se un artista inizia a vendere tanto ed ha successo smetterà automaticamente di fare musica di qualità oppure no? Un disco registrato artigianalmente con mezzi di fortuna può essere ugualmente di qualità?

Queste ed altre mille domande mi sono sorte spontanee domenica scorsa nel momento esatto in cui ho acceso la tv ed ho visto ospite a Domenica In un Franco Califano mai così simile ad una salma. Non c'è un nesso preciso tra Califano e la musica di qualità (semmai c'è un nesso preciso tra Califano e la coca di qualità, ma essendo contrario all'abuso di droga non dovrei permettermi di scriverlo), però la questione resta aperta ed io ho riflettuto a lungo per trovare una risposta e chiarire una volta per tutte a me stesso cosa è musica di qualità e cosa è musica di cui si può fare tranquillamente a meno (leggasi musica di merda). Credo che sia un dubbio comune a tanta altra gente, o forse no. Beato chi non ha mai dubbi perché vive bene.

È musica di qualità quella capace di suscitare emozioni, che non ti lascia indifferente quando la ascolti e che quando hai finito vorresti subito ricominciare.

È musica quella che comunica qualcosa a prescindere dalle doti artistiche di chi la fa.

È musica di qualità quella fatta da gente che ci crede, perché se uno non ci crede almeno un poco poi la sua musica non ti trasmette emozioni.

È musica di qualità quella che suscita emozioni a prescindere dalla qualità della produzione e dalla pulizia della registrazione.

È musica di qualità quella che ti rimane in testa anche se è stata registrata nella tazza del cesso.

È musica di qualità quella che ripropone cose già fatte in passato ma lo fa con gusto e competenza e soprattutto non cade nel plagio spudorato. Prendere idee di altri ma renderle totalmente proprie facendolo oltretutto in maniera personale è positivo, anche perché oramai nel campo musicale non si inventa più nulla e praticamente tutto è già stato detto.

È musica di qualità quella che non cerca per forza di essere sperimentale o innovativa, perché le seghe mentali tradotte in musica il più delle volte sono parecchio noiose.

È musica di qualità quella che gira alla grande anche quando l'ascolti mentre stai guidando, perché quando sei al volante capisci molte cose ed una di queste è il valore di un disco.

È musica di qualità quella che ha successo e rimane sempre se stessa.

È musica di qualità quella che si è fatta il culo per arrivare fin lì, o al contrario che non se lo è fatta ma non te lo fa pesare.

È musica di qualità quella che non cala mai le brache, nemmeno di fronte a stadi e palazzetti dello sport pieni di gente in delirio.

É musica di qualità quella che non ha successo e se ne sbatte altamente continuando a suonare come meglio crede.

È musica di qualità quella suonata da gente che sorride mentre la suona, a prescindere da quante persone stiano assistendo all'esibizione.

È musica di qualità quella che non pretende di cambiare il mondo ma solo la vita di alcuni fortunati che la ascoltano.

(e mentre Musica è di Eros Ramazzotti continua a girare incessante nel mio giradischi mentale si passa ad alcuni casi pratici)

É musica di qualità Justin Bieber rallentato dell'800%, perché ne viene fuori una cosa talmente straniante da rappresentare quasi un manifesto programmatico.

È musica di qualità Dargen D'Amico e Nic Sarno che nel disco dei Macrobiotics prendono rispettivamente testi altrui e basi altrui, li fanno propri e li legano indissolubilmente facendone qualcosa che ti fa istantaneamente dimenticare gli originali e/o li rende più vecchi di svariati anni.

È musica di qualità i Daft Punk che non hanno mai fatto la stessa cosa e quando tutti li imitavano loro stavano già facendo qualcos'altro. E continuano ancora.

È musica di qualità i Motorbass che ai tempi avevano avuto alcune intuizioni prima dei Daft Punk ma non ci hanno creduto fino in fondo.

È musica di qualità i Blur che non hanno mai fatto lo stesso disco, hanno fatto cose facili e cose difficili ma hanno sempre mantenuto lo stesso marchio di fabbrica e sono entrati nella storia.

È musica di qualità Your Woman di White Town, una meteora che ha fatto il botto e poi è stata praticamente dimenticata da tutti ma ogni volta che la ascolti riesci a sentire quanta cura e quanta passione ci sta dietro ad un brano del genere. E poi che emozione.

È musica di qualità i Nofx che continuano ancora a suonare la stessa musica che suonavano vent'anni fa, incuranti (o forse contenti) di essere diventati una macchietta.

È musica di qualità i Rolling Stones, Iggy Pop e David Bowie che si sono drogati una vita ma sono ancora vivi, in forma e la loro musica non tramonta mai.

È musica di qualità Ringo che su Virgin Tv sfida il ridicolo ma gira e rigira tre/quattro video di pezzi memorabili li passa sempre.

È musica di qualità i Beatles e i Beach Boys perché hanno scritto parecchie canzoni pop definitive e poi si sono fritti il cervello ed hanno continuato a scrivere canzoni pop definitive, ma da un altro punto di vista.

È musica di qualità Gianni Morandi col suo carico di inenarrabili leggende metropolitane che lo riguardano, tutte da ridere tantissimo e che probabilmente gli fanno vendere molti più dischi di un tempo (soprattutto in Russia).

È musica di qualità Luca Carboni che ha il coraggio di cantare versi come “Il mio cuore fa ciock, il mio cuore batte rock” e “Silvia lo sai, lo sai che Luca si buca ancora” senza cadere nel ridicolo.

È musica di qualità fare le penne in scooter lungo Viale Ceausescu a Ferrara, ascoltando in cuffie i Pantera e fregandosene delle Forze dell'Ordine. Tanto se ti fermano dici che è stato Phil Anselmo.

È musica di qualità il Deejay Time di Albertino negli anni dal 1992 al 1997, perché ti emozionava davvero ed alla fine della puntata ti sentivi strafatto anche se non avevi preso nulla.

È musica di qualità indossare magliette dei Metallica dopo aver ascoltato il Deejay Time.

È musica di qualità gli Slayer, soprattutto Undisputed Attitude per motivi che non mi riesco a spiegare.

È musica di qualità Rovigo Song, immortale reperto della gioventù ferrarese ottanta-novanta.

É musica di qualità gli 883 con Mauro Repetto.

È musica di qualità la Paolino Paperino Band, che a fronte di un genere trito e ritrito, registrazioni incerte e pecche tecniche serviva, serve e servirà a spiegare tante cose della vita. La Paolino è unica, un'altra così non ci sarà mai più.

È musica di qualità il Gianluca Grignani alla deriva dei primi tre dischi.

È musica di qualità Aphex Twin che durante un dj set mette un microfono in un frullatore poi se ne va dalla consolle.

È musica di qualità quella che è di qualità per me, ma non necessariamente deve essere musica di qualità per gli altri. Il mondo è bello perché è vario.

(è finita Musica è di Eros Ramazzotti, ho capito tutto ed ora sono una persona più consapevole)

(Bastonate)

20 aprile 2011

IL SEGRETO DELLA FRANGETTA DI JUSTIN BIEBER

Ma in definitiva, cosa resterà tra cinque anni di un personaggio come Justin Bieber? Già me lo vedo quando il successo per lui sarà solo un ricordo: grasso, con un principio di calvizie che diventerà il deserto del Mojave e svariate dipendenze da curare, protagonista di un reality per vecchie glorie ormai dimenticate, la stessa voce estrogenata solo un po' più rovinata dagli abusi.

Finirà nel dimenticatoio e per il resto della sua vita cercherà disperatamente di tornare ai fasti dei bei tempi che furono, eppure adesso dichiara a Vanity Fair che intende rimanere a lungo nello showbiz perché lui non è una stella di passaggio, che è affascinato dai Beatles e da Michael Jackson e vorrebbe diventare grande come loro, che le ragazze per strada si girano a guardarlo, che la frangetta la pettina utilizzando una tecnica comunemente detta “come Cameron Diaz in Tutti pazzi per Mary” e non la spostano neanche le cannonate, che non è un prodotto come i cantanti che escono dal Mickey Mouse Club, che vorrebbe provare l'Lsd (ma subito dopo si corregge dicendo che non è vero e che era uno tutto scherzo, anche se ad un certo punto dell'intervista parlando della gente che scarica musica dalla rete sentenzia che “il problema dei computer è che in essi non c'è abbastanza Africa... Un fanatico del computer è un essere umano con poca Africa dentro di sé”, frase assolutamente incomprensibile che un qualche leggerissimo dubbio sull'uso di droghe da parte di Justin Bieber te lo fa venire), che non farà la fine degli Hanson ed altre mille belle cose tutte da ridere tantissimo e passare una serata con gli amici a parlarne.

Tutto come da copione, dunque. In fondo Justin Bieber è un personaggio assolutamente insignificante che vende vagonate di dischi ed è bello da deridere (penso addirittura che certe cose le abbia dette apposta per suscitare l'ilarità dei lettori), ci si sarebbe aspettati qualcosa di diverso da una sua intervista? Assolutamente no, solo che vedendo le foto a corredo del servizio sorgono spontanee diverse domande:

  • perché Justin Bieber ha diciassette anni e nelle immagini ci sono ragazze che avranno la metà della sua età che sbavano, svengono, impazziscono per lui? Non è che è un pedo?

  • perché a diciassette anni se la tira così tanto se ragazze di otto sbavano per lui? Personalmente io alla sua età per una cosa del genere mi sarei sotterrato vivo:

  • perché a diciassette anni sembra contemporaneamente che ne dimostri otto, diciotto, ventotto e quarantotto? Quali ormoni prende? Quelli che gli permettono di avere quella voce irritante quando canta?

  • ma non ha i brufoli come hanno tutti i ragazzi della sua età?

Ho provveduto ad inoltrare questi scottanti quesiti al suo management, ovviamente non riceverò risposta ma almeno ci ho provato.

19 aprile 2011

Una disco rotondo: JOVANOTTI - ORA

Checché ne dicano gli snob e le malelingue non si può non volere un sacco di bene a Lorenzo Cherubini detto Jovanotti. Come Max Pezzali rappresenta infatti il prototipo dell'eterno giovane, quello che nonostante l'inesorabile scorrere degli anni resta sempre e comunque un ragazzo e parla ai ragazzi come lui (anche se a differenza di Pezzali lui parla ai ragazzi che hanno maggiori pretese intellettuali e cercano di uscire dal tran tran della vita di provincia, ma tant'è), riuscendo sempre a farsi capire alla grande. È quasi una versione italiana di Fonzie di Happy Days, con la sola differenza che Fonzie rappresentava l'anima rebel without a cause del telefilm mentre Jovanotti spesso e volentieri ha ecceduto in buonismo e/o veltronismo. Ma a uno che negli anni novanta ha scritto autentici inni generazionali come “Non m'annoio”, “Sono un ragazzo fortunato”, “Penso positivo”, “L'ombelico del mondo”, “Serenata Rap”, “Estate 1992” si può perdonare questo ed altro. Quando fa così Lorenzo è sempre in buona fede, big respect a prescindere per la sua importantissima figura.

E oggi, nel 2011, a quasi un quarto di secolo dagli esordi, Jovanotti se ne esce fuori con un disco che risponde al titolo di “Ora”. Per la cronaca: “Ora” è un grande disco, che osa parecchio e dimostra come si può aver ancora voglia di rischiare anche quando sei sulle scene da tanto tempo ed in teoria potresti campare di rendita. Tutti parlano di “Ora” come il disco dance di Jovanotti, ma questo non è un disco dance: è il disco di uno che in passato ha ascoltato tanta dance e continua ancora oggi ad ascoltarla, e a questo giro ha scelto di utilizzare i codici della dance per arrivare oltre, per arrivare ad una forma canzone che riesce ad essere nello stesso tempo sperimentale ed orecchiabile, alta e bassa, logica ed illogica, formale ed informale. Un disco doppio come quelli che uscivano un tempo, con venticinque tracce tutte di alta qualità e dove c'è classe da vendere ma soprattutto non c'è mai una caduta di tono e quando c'è un'incertezza sembra messa lì per rivelare all'ascoltatore le proprie debolezze. L'uomo è fatto così: pensa ancora di poter cambiare il mondo, ed è sincero – quasi fanciullesco – quando lo pensa, ed agisce di conseguenza, regalando al suo pubblico (ma anche al pubblico in generale, visto che con un disco del genere potrebbe acquisire nuovi, insospettabili fan ed addirittura convincere i detrattori) un'opera da ascoltare dall'inizio alla fine e che una volta ascoltata ti lascia degli interrogativi ma nello stesso tempo ti fornisce la chiavi giuste per trovare le risposte.

È un grande cantautore Jovanotti? Sì (sentire “Le tasche piene di sassi” per credere). È capace di scrivere grandi testi? Sì (sentire “Megamix” per credere, quasi i Chemical Brothers con alla voce un cantautore italiano). Sa cosa sono l'amore ed il dolore? Sì (sentire il supersingolo “Tutto l'amore che ho” per credere). È un visionario? Sì (sentire “Dabadabadance” per credere). Ha un animo rock? Sì (Sentire “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang” per credere). Sa andare oltre lo sprezzo del ridicolo? Sì (sentire “La bella vita” con Amadou & Mariam e “Battiti di ali di farfalla” con Michael Franti). Sa scrivere cose che sembrano uscite fuori da un Fred Buscaglione in botta post-MDMA? Sì (sentire “Quando sarò vecchio” per credere). Sa scrivere tristi ballate piano ed effetti speciali? Sì (sentire “L'elemento umano” per credere, traccia dove fa capolino addirittura un redivivo Luca Carboni – big respect anche per lui, e big respect pure per l'eterno regàz Cesare Cremonini che fa capolino nella spiazzante “I pesci grossi”) e via discorrendo. Si potrebbe andare avanti all'infinito ma è meglio fermarci qui, che proseguendo si rischierebbe di sminuire il reale valore di un'opera come “Ora”, un disco che se non uscisse su major e/o se non fosse opera di Lorenzo Cherubini detto Jovanotti a quest'ora i frequentatori di siti e forum specializzati nella cosiddetta musica indie si starebbero strappando i capelli o, ancor peggio, starebbero gridando all'ennesimo miracolo.

Andate ad ascoltarvi l'ennesimo gruppo di figuranti con le frangette e le maglie a righe che cercano disperatamente di suonare come i Jesus & Mary Chain o i Joy Division (o, a scelta, il nuovo bolsissimo disco di Conor Oberst a.k.a. Bright Eyes), voi che potete.

(Indie For Bunnies)

Un libro rotondo: ROCKRIMINAL - SERGIO GILLES LACAVALLA

Essenzialmente “Rockriminal” è un libro che racconta storie.

Storie di persone che sono cadute nella polvere ma che miracolosamente sono riuscite a rialzarsi. Storie di persone che non si sono mai più rialzate o che non sono mai più tornate indietro a causa di faccende di pillole, strisce bianche, siringhe, cucchiaini. Storie di persone che si sono bruciate per colpa delle loro debolezze ed hanno perso fama, successo e vita. Storie di persone che sono rinate grazie alla religione ma non sono mai più state le stesse di un tempo. Storie di persone che non riuscivano più ad essere sé stesse ed hanno scelto di premere un grilletto e risolvere così i loro travagli interiori. Storie di persone che non erano famose e che non lo sono mai diventate perché un attimo prima che passasse il treno giusto si sono giocate definitivamente la loro grande occasione. Storie di persone che giorno dopo giorno sono diventate sempre più famose ma poi è successo qualcosa che li ha condannati all'oblio eterno. Storie di persone che sopravvivono nonostante ogni tipo di eccesso fisico o mentale e vanno avanti alla grande. Storie di esseri umani che come tali vanno rispettati perché ogni essere umano ha i propri vizi e le proprie virtù, specialmente se è una rockstar e vive la propria vita essenzialmente su un palco o in uno studio di registrazione dandosi totalmente in pasto al proprio pubblico, alle proprie ossessioni, ai propri sogni, al proprio modo di intepretare l'Arte.

Il bello di “Rockriminal” è che ti ci immergi totalmente e pagina dopo pagina lo divori continuando incessantemente a chiederti cosa è finzione e cosa è realtà, cosa è avvenuto realmente e cosa invece è frutto di mere congetture dell'autore Sergio Gilles Lacavalla, che con grande abilità narrativa arriva a costruire vere e proprie murder ballads in onore di rockstar (famose e non, ma tutte accomunate da un'esistenza più o meno tormentata) e riesce nell'impresa di far bruciare di passione il fortunato lettore che si trova ad affrontare la sua opera. Lacavalla passa dai Rolling Stones a Michael Jackson, dai Pennywise a Marilyn Manson, dai Beach Boys ai Sublime, dai Beatles agli Atari Teenage Riot, dagli Helloween a 2Pac, dai Sex Pistols a Serge Gainsbourg, da Burzum a Lou Reed, sembra semplice finzione narrativa ma in men che non si dica arrivi all'ultima pagina ed è solo allora che ti rendi conto che è tutto vero perché il mondo del rock è così, è un mondo in cui diventa difficile distinguere ciò che reale e ciò che è leggenda metropolitana ed allora tanto vale continuare a sognare, tanto vale continuare ad inseguire altri miti, altri personaggi che dureranno lo spazio di una stagione e poi verranno dimenticati o che magari entreranno nella storia per non uscirne mai più.

Quando si parla di musica non sono importanti i fatti concreti ma le storie e le persone e come queste vengono servite alla gente, non scordiamolo mai. E non scordiamo mai quanto sia importante sognare e quanto sia bello avere passione per la musica e tutto ciò che gira intorno ad essa. Tanto di cappello dunque a Sergio Gilles Lacavalla che con questo suo “Rockriminal” ha scritto un'opera da leggere anche solo per capire (o magari per capirsi), per imparare o semplicemente per ricordare tutto questo e molto più.

(Indie For Bunnies)

15 aprile 2011

ASCOLTARE TROPPA MUSICA PROVOCA LE EMORRODI, USA PREPARAZIONE H PER CURARLE.

Il dato di fatto è che comprare dischi ormai è preistoria. Ormai tutto si scarica perché la musica è diventata una questione talmente usa e getta che non vale nemmeno la pena di spendere soldi inutilmente e/o occupare spazio prezioso in casa per poterla ascoltarla, ed allora tanto vale scaricare una cartella di file, concederle un paio di opportunità e poi cestinarla qualora non superi l'esame dell'ascolto distratto mentre si sta di fronte allo schermo del pc a farsi le pippe cercando filmati interessanti su YouPorn. Ognuno fa quel che può.

Viviamo in un mondo in cui questo modo assurdo di fruire la musica è talmente estremizzato che le generazioni under 16 ormai ascoltano solamente musica con il telefonino e comunque ascoltano singoli mp3 e non dischi interi (o, ancora meglio, ascoltano solo il i primi trenta secondi e poi cambiano brano – giusto il tempo di spararsi in vena il ritornello che ha reso celebre il brano in questione e poi passano ad altra musica spazzatura). Gli under 16 come al solito hanno capito tutto e non fanno nemmeno la fatica di ascoltare musica al pc mentre prendono virus su YouPorn, preferiscono scaricarla a pagamento da siti assurdi oppure gratis mediante il solito file sharing opportunamente calibrato per la fruizione tramite cellulare (leggasi: di solito collegano il cellulare al pc con un cavo e poi trasferiscono i file, ma i più scaltri saltano questi laboriosi passaggi trasferendo tutto mediante connessione bluetooth. Chiamali scemi).

Erano belli i tempi in cui ero piccolo io ed i cd si noleggiavano. Non c'erano nemmeno i masterizzatori (anzi no c'erano ma costavano cifre esorbitanti, e poi tanto il pc in casa non ce l'aveva praticamente nessuno, figuriamoci il masterizzatore – l'unico che io ricordi fortunato possessore di un masterizzatore era un mio amico che noleggiava i cd, li masterizzava e poi rivendeva le copie, ma ha dovuto smettere dopo che gli hanno bucato le gomme della macchina) e si passava tutto su musicassetta, resa sonora incerta ma almeno potevi continuare ad ascoltare anche dopo aver restituito il cd ed andava più che bene. All'epoca i noleggi spuntavano come funghi (io nella mia carriera di noleggiatore credo di averne cambiati all'incirca circa otto, e ricordo addirittura di aver visto il titolare del primo noleggio a cui sono andato fare il figurante a Forum alcuni anni dopo la fine del boom. È tutto vero) e chiudevano abbastanza in fretta, non era del tutto legale ma almeno finché la Guardia di Finanza non se ne è accorta è stata festa grande (soprattutto quando il titolare era uno che sapeva andare oltre ai dischi da top ten ed osava tenere anche cose poco commerciali). Purtroppo, multa dopo multa il fenomeno è svanito e siam rimasti da soli, a comprare cd ai concerti, sul celeberrimo Negative Mailorder o comunque in negozi ben forniti (che avevano un lieve difetto: non erano nella mia città e si doveva come minimo prendere un treno per poterli raggiungere), ma l'aver vissuto l'epopea dei noleggi cd è una di quelle cose che ti segnano dentro. Chissa se esiste ancora un qualche noleggio cd in giro per l'Italia, sarei curioso di saperlo (e magari di vedere il catalogo dei dischi che mette a disposizione, secondo me c'è da ridere).

Va da sé che quando è arrivato Napster tutto è diventato più facile, e poi le cose in dieci anni si sono ulteriormente semplificate fino ad arrivare alle esagerazioni odierne che tutti conoscono ma che nessuno dice visto che attualmente scaricare musica senza il consenso dell'autore e/o della casa discografica è illegale ed allora meglio tacere per non rischiare guai seri. Io ovviamente non scarico musica perché ho amici altolocati come il Trota, Oscar Giannino e Daniele Capezzone che mi passano i dischi in anteprima esclusiva Rockit, ma quando un disco mi piace sul serio lo compro – perché in fondo è davvero bello odorare la copertina di un album appena aperto e poi mettere il cd nel lettore per la prima volta è sempre una bella sensazione. E se devo comprarlo preferisco recarmi da Semm Store a Bologna perché hanno tutto, i prezzi sono ragionevoli e poi nei cestoni con i dischi ad un euro ci trovo perle che suono quelle rare volte in cui posso fingere di fare il dj. Ma questo è un discorso che non sto qui ad approfondire, perché domani è il Record Store Day e non il Fake Dj Day. Festeggiamo comprando tutto ciò che possiamo.

14 aprile 2011

SALUTA LA VITTORIA / SALUTA LA SCONFITTA

Non se ne è ricordato praticamente nessuno, ma circa cinque anni fa Romano Prodi ed il centrosinistra vincevano le elezioni. Sembra passata una vita ma son solo cinque anni, e pensarlo fa un po' ridere visto che quella vittoria per un soffio ha poi dato vita ad un governo fragilissimo che ha retto due anni per poi sbriciolarsi, aprendo la strada al grande ritorno del Tecnicamente Immortale Berlusconi.
In quel 2006 sembrava tutto più bello: la nazionale di calcio vinceva i Mondiali, in radio imperversavano le favolose megahit Crazy dei Gnarls Barkley e World, Hold On di Bob Sinclar e noi ci credevamo sul serio. A volte provo immaginare come sarebbe andata se Prodi fosse davvero durato cinque anni, se Dini e Mastella non avessero tradito, se ci fosse stata una maggioranza più solida ma non ci riesco perché mi addormento all'istante. Di certo, ora si voterebbe per altre elezioni politiche (quelle vere che si tengono ogni cinque anni, non le anticipate quando cade un governo e non si riesce più a formare un'altra maggioranza) e sarebbe ancora Prodi vs. Mr. Divertimento Berlusconi, e chissà se sarebbero venute fuori lo stesso tutte quelle divertenti storielle su Patrizia D'Addario, il Bunga Bunga, le donnine a Villa Certosa, Gheddafi, Scilipoti e i Responsabili (per me si, ma avrebbero affossato definitivamente Berlusconi facendogli perdere ancora le elezioni e probabilmente anche i capelli finti). Prodi avrà anche sbagliato a considerare l'Italia un paese normale e a non fare propaganda invece di tentare di governare per due anni senza avere i numeri, ma checché se ne dica qualcosa di buono l'ha fatto. In compenso Berlusconi non fa nulla e non finge nemmeno di governare (se non quando si deve fare delle leggi a suo favore), però almeno è divertente e ci movimenta le giornate con continui colpi di scena (tipo il comizio di fronte al tribunale di qualche giorno fa) ed ora ce lo teniamo in attesa di Luca Cordero di Montezemolo, un ragazzo capace che ha fatto bene come imprenditore e farà sicuramente bene anche alla guida dell'Italia. Il discorso non fa una grinza, quasi quasi ci credo veramente.

12 aprile 2011

HO CHIAMATO UN TAXI GIALLO COL MIO FISCHIO COLLAUDATO / COME IN FORMULA UNO MI SENTIVO GASATO



Ho avuto un grosso trauma: ho scoperto che l'attore che interpretava Carlton Banks nel telefilm Willy il principe di Bel Air quando era bambino ha recitato in una pubblicità della Pepsi con Michael jackson. Interpretava una sorta di Michael Jackson versione baby (a quei tempi Michael Jacskon era ancora nero, e dunque per fare una cosa del genere i tizi della Pepsi hanno usato un bambino nero – tutto torna) e ballava uguale, quando vedendo il filmato me ne sono reso conto ho riso davvero tantissimo perché Carlton Banks era un vero sfigato e dopo aver visto che da bambino invece era agile e bello è diventato ai miei occhi ancora più sfigato. Incredibile.

Ho voglia di rivedere quel telefilm ed anche Bayside School (che figata pensare che Screech è finito a fare i film porno perché non aveva più un soldo), così come ho voglia di rivedere Beavis & Butthead e Celebrity Deathmatch che andavano in onda su Mtv ed erano una delle mie passioni. Favoloso bruciarsi i neuroni guardandoli l'uno dopo l'altro tipo al giovedì sera, eravam un più giovani ed era bello abbruttirsi così. Ora devo accontentarmi de Il boss delle torte su Real Time (che è un programma assurdo perché i cuochi preparano dolci incredibili e probabilmente immangiabili utilizzando parti già pronte assemblate ad hoc – quasi dei dolci prefabbricati, ma provaci tu a preparare un rinoceronte di marzapane e a metterlo in una foresta di cioccolato e marzapane), ma a quei tempi era un po' tutto più bello perché c'era molta più ignoranza (non che Il boss delle torte non sia un programma ignorante, ma Celebrity Deathmatch e Beavis & Butthead erano l'apoteosi dell'ignoranza e della semplificazione per chi non è in grado di arrivarci).

Meno male che tra un po' arriva a salvarci il programma di Amanda Lear sui grandi misteri del mondo del rock, non sto più nella pelle dalla voglia di vederlo e sono sicuro che sarà qualcosa di memorabile come lo fu Cocktail d'amore con Massimo Coppola ed Enrico Silvestrin di dieci anni fa (già dieci anni, cazzo. O forse sono meno, francamente non lo so perché ormai ho perso la cognizione dello spazio e del tempo). Amanda Lear ne sa parecchio perché tra le altre cose ha frequentato la Factory di Andy Warhol ed è stata la donna di David Bowie (che si truccava più di lei) e poi l'argomento è di quelli che ti tengono inchiodato alla poltrona ed il giorno dopo non vai nemmeno al lavoro dato che sicuramente non hai chiuso occhio tutta notte perché hai pensato – chessò – alla puntata dedicata ad Elvis Presley e a Michael Jackson (interessante il parallelo tra questi due grandi consumatori di psicofarmaci ed antidolorifici), o a quella dedicata a Brian Jones che annega in piscina o magari a quella dedicata a Luigi Tenco che si spara perché eliminato al Festival di Sanremo e non sei riuscito a chiudere occhio. E poi – sembra incredibile ma è vero, e non è un particolare da sottovalutare – Amanda Lear ha 71 anni ma ne dimostra almeno 25 di meno e sta insieme ad uno che ha 25 anni (l'ho letto su Libero, dunque è sicuramente vero). Più o meno come Carlton Banks che da bambino dimostrava già 25 anni e nel telefilm Willy il principe di Bel Air ne dimostrava addirittura 71 (vorrei vederlo oggi, secondo me ne dimostra 130 o va avanti a Demerol come Michael Jackson – o magari si fa truccare da quelli delle pompe funebri come fa Silvio Berlusconi per sembrare più giovane, ma questo è un altro discorso che non sto qui ad approfondire perché non voglio arrivare a dire che il Premier si fa fare iniezioni di formaldeide per sembrare più tonico di quello che è).

Ad occhio e croce ho già un idea per un nuovo reality show sulla vita di Carlton Banks dall'illuminante titolo di “The Fabulous Life di quello sfigato di Carlton Banks”, ed adesso che finalmente ho un lavoro vero e sono uno degli autori di alcuni noti programmi che vanno in onda su Real Time posso anche pensare di realizzarlo. È troppo bello rendere reali i propri sogni.

10 aprile 2011

LA MONTATURA DEL TUO ORGOGLIO È SOLO UN IMBROGLIO / BILE PUS SUCCHI GASTRICI DENTRO UN INTRUGLIO / PIGLIO BAUDO E VESPA E LI COSTRINGO A BERLO (cit.)



Non ho nemmeno capito bene il perché ma Bruno Vespa ha litigato con Pippo Baudo in diretta tv e poi se ne è andato dalla trasmissione correndo come un centometrista. Purtroppo non l'ho visto in diretta perché non perdo tempo a guardare trasmissioni sul centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia condotte da persone che avrebbero potuto condurle anche cinquant'anni fa (trasmissioni sul centenario dell'Unità d'Italia a cura di Baudo e Vespa suona benissimo), ma fa troppo ridere perché si dice (non è confermato, ma è assolutamente verosimile) che tutto sia nato da una foto di Michele Santoro mostrata sul megaschermo durante un balletto, foto che ha causato l'ira di Bruno Vespa e la conseguente scenata in diretta tv a spese di chi paga il canone Rai. Tanto per dire, mentre era fuori onda Bruno Vespa ha cominciato a sbraitare ed urlare manco avessero messo sullo schermo una foto di Adolf Hitler, quell'uomo non finisce mai di sorprendermi per quanto è duttile e malleabile.

Chi la guardava una trasmissione del genere? Nessuno, infatti ha chiuso addirittura due puntate prima del previsto. Era utile una trasmissione del genere? No (se non al conto in banca di autori e conduttori). Era bella? Non lo so perché non l'ho mai vista, ma ad occhio e croce non era nulla di particolarmente interessante. Mi sono simpatici Baudo e Vespa? Baudo sì, ma in fondo anche Vespa perché è un personaggio pittoresco.

Ed allora perché fare una scenata per una foto di Santoro? Ci sono problemi ben più gravi in Italia e nel mondo, solo che Santoro (checché se ne possa pensare di lui e delle sue idee politiche) ogni giovedì riesce a fare una bella trasmissione che ti tiene incollato di fronte allo schermo, mentre ogni volta che provo a guardare Porta a porta mi addormento di botto per poi svegliarmi tre ore dopo sudato e spaventato (non parliamo delle trasmissioni condotte da Baudo, che attualmente non so neanche quali siano). Ed allora ecco che si sbraita e si litiga per una foto di un conduttore che probabilmente se ne fotte altamente dei programmi tv sul centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, si fanno scenate e poi si finisce per essere presi per il culo da Striscia la notizia.

Quanto sarebbe stato bello se dal nulla in quel preciso istante si fosse materializzato in trasmissione il vero Michele Santoro? Ad occhio e croce Vespa sarebbe impazzito per lo shock, e magari sarebbero sbucate fuori armi con conseguente spargimento di sangue. Quella sì che sarebbe stata tv verità, quella sì che sarebbe stata tv davvero interessante. La Rai dovrebbe avere il coraggio di proporre anche cose del genere.

08 aprile 2011

PER PROTEGGERE E SERVIRE

Non ci si crede: c'è un energy drink che si chiama W-Tank (o Wu-Tank, da cui Wu Tank Clan) che viene definito dagli stessi creatori come l'energy drink dell'autotrasportatore (anzi, addirittura “l'efficace alleato dell'autotrasportatore” - deve essere davvero una bomba). Io purtroppo non l'ho ancora provato, però l'ultima volta che sono andato a fare benzina ne ho acquistate un paio di lattine ed al più presto le sperimento, per vedere l'effetto che fa anche se non sono autotrasportatore e non percorro tutti quei chilometri seduto al volante.

Mentre lo prendevo una signora alla cassa parlottava con i titolari. L'ho sentita con le mie orecchie dire “Se improvvisamente a vostro figlio venisse il cosiddetto ‘pollice verde’, con conseguente acquisto di concimi e altro materiale per il giardinaggio, può darsi che ci sia sotto qualcosa. Ad esempio che abbia deciso di coltivare canapa indiana in una serra fatta in casa, con semi di marijuana magari acquistati tramite siti internet” e poi borbottare ancora quando ha visto che avevo in mano le lattine di W-Tank, ma non ho più capito nulla perché ero troppo emozionato per l'acquisto fatto. Sarà stata sicuramente una fan di Ignazio La Russa, o magari di Scilipoti che per scrivere il programma del suo movimento copia il manifesto del Partito Fascista (anzi, no partito fascista con le minuscole – i fascisti non meritano nemmeno l'uso delle maiuscole). O magari della Lega Nord che lancia l'idea degli eserciti regionali. O magari del Trota che guadagna diecimila euro al mese. O magari di Massimo D'Alema che è una vita che finge di essere di sinistra ma non ce la fa proprio. O magari di Bertinotti che gli paghiamo la pensione noi ed è ancora in giro a rompere i coglioni con il suo altermondismo a buon mercato. O magari di di Antonio Di Pietro. O magari del blog di Beppe Grillo. O di Pierferdinando Casini. O di Francesco Rutelli. O di Gianfranco Fini.

Ecco, è una fan di Gianfranco Fini – dato che cercando una foto del W-Tank in Google Images uno dei primi risultati che si ottengono è proprio una foto di Gianfranco Fini (oltre a carri armati, donne in costume, la nuca di Berlusconi corazzata come un carroarmato, auto da corsa, la copertina di La forza della vita di Paolo Vallesi). Qualcosa vorrà pur dire, anche se non lo capisco e non vedo l'ora di sperimentare la bevanda.

UPDATE: Ho provato W-Tank, è favolosa e mi sa che la comprerò molto spesso. Finirò a fare il camionista, si guadagna bene anche se è un lavoro massacrante.

07 aprile 2011

PERCHÉ IO TI FACCIO FARE BRUTTE FIGURE / QUANDO PER SCHERZARE PRENDO A CALCI I TUOI EX / QUANDO GIOCO A FARE IL BATTERISTA DI THRASH

L'altro giorno stavo passeggiando al parco mentre con il mio fiammante iPod taroccato made in China ascoltavo Master Of Puppets dei Metallica, un disco della madonna che è sempre bello ascoltare quando viene la primavera e le giornate si fanno più calde. Tutto molto soft e tranquillo, tranne il fatto che ad un certo punto sono stato aggredito verbalmente (e quasi quasi anche fisicamente) da una coppia di anziani che neanche conoscevo e mi apostrofava con cose del tipo “drogato”, “uomosessuale”, “comunista” e “state rovinando i nostri figli”. Sulle prime non capivo e li ho mandati clamorosamente a cagare, poi ho riflettuto meglio e me ne sono andato senza più proferire parola (non parlavo ma comunque ridevo, e neanche poco). Tutta colpa di Maurizio Gasparri, che ha detto frasi pesanti come “Credo che questi gruppi invece di rilasciare interviste e promuovere video con attacchi a Berlusconi dovrebbero impegnarsi contro l’uso di droghe leggere e pensati. Dare messaggi favorevoli alla droga significa dare messaggi distorti. Penso che invece di esercitarsi a insultare il nostro premier e il nostro Paese darebbero un segnale positivo se condannassero l’uso di droghe. Credo che essere insultati da gruppi rock che abbiano ammesso l’uso di droga sia una medaglia per il nostro Paese e chi lo governa” solo perché i Metallica hanno osato criticare Berlusconi. Lui ha parlato e i vecchi che passano le loro giornate a guardare in tv Forum hanno eseguito. Non fa una piega.

Direi che ora in avanti ascolterò solo i Pooh, Gigi D'Alessio, il Maestro Apicella ed Al Bano perché altrimenti Maurizio Gasparri se la prende, e se Gasparri se la prende poi non si sa come va a finire. Magari danno una medaglia anche a me perché sono stato insultato da gruppi rock che hanno ammesso l'uso di droga, ma non ne sono poi così sicuro. A questo mondo ormai non si è più sicuri di nulla.


05 aprile 2011

È UN MONDO DIFFICILE: VITA INTENSA, FELICITÀ A MOMENTI E FUTURO INCERTO

Parliamo del presente. Bruttino. Ma se cambiamo l'oggi cambieremo anche il domani.” Finiva così, un'intervista a Paola Maugeri letta tra le risate su Metro di qualche giorno fa. Ovviamente la Maugeri parlava per l'ennesima volta della sua esperienza di vita ad impatto zero (che palle però. Son passati tre mesi e la mena ancora con quella storia – ed io con lei, però questo è un altro discorso. Ma non c'ha altro da fare nella vita la Maugeri? Ma soprattutto, che senso hanno quei fogliacci gratuiti come Metro che qualcuno si ostina a chiamare free press? Tutto un copiaincolla di notizie prese da internet più qualche intervista, nulla più. Però c'è gente che si informa solo con quelli, dunque hanno ragione loro e non io che li uso per incartare le frattaglie quando pulisco il pesce) e diceva le solite cose scontatissime, ma è stato il finale a colpirmi tipo un pugno allo stomaco. L'ho letto e riletto, ci ho riflettuto sopra parecchio e francamente non sono riuscito a capire cosa volesse dire. Probabilmente è una frase buttata lì a caso perché suonava bene – o forse è roba troppo complicata per me che non ho fatto studi umanistici od onanistici – ma non ce l'ho fatta proprio.

Poi ho rinunciato a capirci qualcosa, rendendomi improvvisamente conto che il presente è davvero bruttino perché viviamo in un mondo in cui ormai chiunque possiede un iPhone ma ben pochi lo usano per qualcosa che non sia scrivere cazzate su Facebook (conosco gente semianalfabeta che lo usa per informare la propria cerchia di amici Facebook sugli odori emanati dai neri in treno – come se chi viene dalla profonda campagna padana profumasse sempre di rose e mai della merda del bestiame allevato dai suoi avi), scaricare suonerie di Vasco Rossi o scattare foto a casaccio da mandare in giro e/o da pubblicare sempre su Facebook, e chi come la Maugeri (perché la Maugeri avrà sicuro un iPhone, garantito al limone che ce l'ha) usa l'iPhone per qualcosa di diverso poi si deve dare un tono sbandierando al mondo intero la propria scelta di vita ad impatto zero (come se la Maugeri fosse l'unica persona al mondo a fare scelte del genere) o altre presunte forme di differenziazione dalla massa.

Ma come lo puoi cambiare il presente se per differenziarti dalla massa fai scelte che in realtà ti uniformano ad essa (o almeno ad una parte di essa, quella parte composta da chi le prova tutte pur di essere riconosciuto dalla massa come un tipo alternativo ma in realtà perfettamente organico ad essa perché inoffensivo – mi gira la testa dopo aver espresso un concetto del genere)? Come puoi cambiare l'oggi per cambiare il domani se son quindici/venti anni che cavalchi ogni moda musicale come IL cambiamento definitivo, ogni scoperta tecnologica come IL cambiamento definitivo, ogni svolta personale come IL cambiamento definitivo, salvo poi rimangiarti tutto alla seguente moda musicale, alle seguente scoperta tecnologica, alla seguente svolta personale? Come puoi cambiare l'oggi quando sai già il tuo domani spazzerà via quell'oggi perché ogni oggi è storia a sé basta che si rimanga sulla cresta dell'onda (mi gira ancora la testa) e si possa ancora andare in tv a raccontare di aver intervistato Kurt Cobain quando non lo conosceva nessuno?

Ho perso il filo del discorso e non ho più voglia di cercarlo. Resta il fatto che non acquisterò mai un iPhone perché tanto ce l'hanno tutti e poi perché non posso fare spese del genere dato che ho le pezze al culo. E resta il fatto che una volta ad un concerto davanti a me avevo uno che attaccava bottone ad una ragazza millantando di conoscere di persona i membri dei Julie's Haircut (ho omesso di dire il vero nome della band a cui faceva riferimento il malcapitato e l'ho sostituito con quello di un'altra, comunque la sostanza non cambia) ma si è giocato l'opportunità di portarsela a letto perché sul più bello le ha rovesciato addosso un gin lemon e lei si è incazzata a bestia ed è corsa via. Che ridere ogni volta che ci ripenso.

03 aprile 2011

ALLA FIERA DELL'EST PER DUE SOLDI MIO PADRE UN BRANZINO COMPRÒ



Il momento in cui Berlusconi ha telefonato al convegno del Movimento dei Responsabili di Domenico Scilipoti è stato una delle cose che mi hanno fatto più ridere di questa prima parte di 2011. L'ho visto in diretta su Rai News e credo di non aver davvero mai riso così tanto: Berlusconi che dice le solite cose che dice da vent'anni a questa parte e spara che a breve il centrodestra raggiungerà il traguardo dei 330 deputati, Scilipoti che se ne sta lì impalato ed ogni tanto controlla l'orologio perché è in palese imbarazzo ed ha fame, il compositore Stelvio Cipriani che dopo aver fatto tra le altre cose colonne sonore per film poliziotteschi anni settanta e film porno ora è presidente onorario del Movimento dei Responsabili, il pubblico in sala talmente numeroso che sono stato in grado di contare le persone una per una mettendoci oltretutto pochissimo. E poi il simbolo dei Responsabili, una cosa fatta utilizzando male Photoshop con un Tao colorato di bianco-rosso-verde che sta lì a gridare vendetta ma soprattutto a far chiedere a chi lo vede che cazzo c'entri un simbolo del genere con un partito politico (o presunto tale, visto che in realtà i Responsabili esistono solo in Parlamento e non sul territorio). Che figata di paese l'Italia che dà cittadinanza a cose del genere.

Tra l'altro, Scilipoti è identico al tizio siciliano da cui compro sempre il pesce al mercato. Per me è lui che ha trovato il modo per guadagnare qualche soldo quando non è impegnato con seppie, polipi, baccalà e scampi. Ha fatto benissimo a fare così, son scelte di vita che apprezzo sempre tantissimo.

02 aprile 2011

IL DOWNLOAD ILLEGALE DELLA SETTIMANA (special edition feat. Leolino Bongiorno): Battles – Gloss Drop

C'è gente in giro per forum musicali et altri simpatici siti specializzati che si sta già divertendo a sparare a zero sul nuovo disco dei Battles, che esce a giugno ed è stato anticipato da un singolo non troppo in linea con quanto fatto in precedenza dalla band americana. C'è chi pregusta le duemila battute al vetriolo che scriverà a giugno (le pregusta oggi senza nemmeno aver sentito il disco, o magari avendo sentita la solita copia watermarked esclusiva – e allora scrivine adesso, non a giugno che fa caldo ed io non ho voglia di mettermi di fronte allo schermo a leggere duemila battute al vetriolo), c'è chi già parla di una svolta in stile Animal Collective (sempre senza aver sentito il disco, o magari dopo aver sentito un fake confezionato dagli stessi spacciatori degli Animal Collective apposta per disorientare la gente) e chi afferma di essere già andato oltre Battles perché i (inserire un nome a caso, magari un nome di un gruppo che non conosce nessuno e forse manco esiste) sono senz'altro meglio perché c'hanno più senso ritmico, il fumo più buono, più groove, suoni più ricercati, sono più belli, sono più giovani, sono parenti di, escono per, suonavano con. Il mondo è bello perché è vario ed ovviamente io da liberale rispetto sempre e comunque le opinioni altrui (vere o false che siano), però sono piuttosto perplesso. Mi sembrano giudizi sparati alla cazzo di cane tanto per aumentare la propria autostima e nel contempo fare una bella figura in una cerchia ristretta di persone dedite all'ascolto di dischi scaricati illegalmente, ma magari mi sbaglio perché quando lurko forum musicali et altri simpatici siti specializzati lo faccio molto in fretta perché temo di essere scoperto (se mi scoprono rischio di abbassare la mia autostima) e non afferro il senso di ciò che viene scritto. Dovrò soffermarmi di più e leggere meglio, magari imparo cose nuove ma soprattutto imparo come si giudica un disco a prescindere dall'averlo ascoltato o meno.

Comunque io Gloss Drop, il disco nuovo dei Battles, l'ho già sentito e posso dire che è una figata. Me ne ha passata una copia esclusiva il buon Leolino Bongiorno (il figlio di Mike Bongiorno che hanno fermato ubriaco fradicio al volante della Porsche di un amico), raccomandandosi di non metterla assolutamente il rete altrimenti i Battles non lo avrebbero aiutato a ritrovare la salma di suo padre Miles (il correttore automatico di OpenOffice® sta iniziando a scrivere Miles Bongiorno, non capisco perché deve per forza tirare in ballo Miles Davis – o forse sì: Miles Davis e Miles Bongiorno andavano dallo stesso parrucchiere, Rolando il parrucchiere delle dive). Io sulle prime sono rimasto perplesso perché non capivo il nesso tra la salma di Miles Bongiorno, Rolando il parrucchiere delle dive e i Battles ma poi ho ascoltato meglio e mi sono addirittura entusiasmato perché il nuovo disco dei Battles suona esattamente come un qualcosa che sta a metà tra Miles Davis e l'edizione 1997 del Festival di Sanremo condotta da Bongiorno e vinta dai Jalisse (pettinati anche loro da Rolando, che cazzo di capelli avevano quando hanno vinto Sanremo???). Non ci credevo nemmeno ed invece i Battles sono vivi e lottano insieme a noi, ed oltretutto hanno avuto pure il coraggio di cambiare e di non replicarsi. Davvero bravi, ed un grazie a Leolino Bongiorno che mi ha regalato un copia esclusiva del loro cd ed ha migliorato notevolmente la qualità della mia vita attuale.

Piacerebbero anche a Miles Bongiorno, se solo potesse ascoltarli.

(Bastonate)

01 aprile 2011

LIBERA L'ITALIA SUBITO DAL PRODOTTO INTERNO LURIDO



Un attimo che ti cambia la vita e rimarrà scolpito per sempre nella Storia della tv. Una parola di troppo, ma pronunciata con una tale enfasi da rasentare il sovrannaturale. La gente che si scandalizza dopo non essersi scandalizzata altrettanto quando un attimo prima qualcuno del pubblico aveva dichiarato che quando ci sono le elezioni vende il voto al miglior offerente. Il comune senso del pudore, che inutile peso da portare. Una trasmissione interrotta, e conduttori che si dissociano quando in realtà dovrebbero solo dovuto associarsi al coraggio di chi ha urlato senza paura la propria indignazione ed ora paga caro. Pagare meno pagare tutti. Dio che approverebbe solo se esistesse, Ronnie James Dio anche se solo fosse vivo, e probabilmente pure il giudice Santi Licheri se solo potesse pronunciarlo in una sentenza. Un gesto degno addirittura di Ozzy Osbourne, però l'Ozzy di adesso, quello che c'è rimasto sotto per i troppi abusi ed è diventato una macchietta vivente che non teme le brutte figure.

In poche parole: la famigerata bestemmia in diretta tv a Forum, che è una cosa che se non è stata preparata a tavolino vola direttamente al primo posto della classifica dei video più belli di tutti i tempi su YouTube. Almeno fino a quando Mediaset non farà rimuovere il video in questione per presunte violazioni delle leggi sul copyright.